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Chirurgia estetica & carriera

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Belli per far carriera

Lo dice un sondaggio americano condotto dalla Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery (www.aafprs.org) su 700 soggetti inseriti nel mondo del lavoro.

L’80% dei soggetti intervistati considera l’aspetto fisico come un fattore determinante per ottenere un lavoro o un avanzamento di carriera. Approfonditamente il 19% degli stessi ritiene “estremamente importante”, il 25% “molto importante”, ed il 34% “importante”.

Inoltre, un intervistato su quattro ha ammesso di essere preoccupato che i segni dell’invecchiamento possano farlo sembrare, agli occhi del suo datore di lavoro, meno capace rispetto ai colleghi più giovani.

E gli italiani non sono da meno, stando ad un’indagine simile condotta nel nostro Paese dalla Sicure, insieme alla cattedra di endocrinologia e sessuologia medica dell’università dell’Aquila.

E il ritratto di coloro che chiedono il ritocco al chirurgo è decisamente variegato e democratico. La chirurgia estetica è scelta per migliorare la propria vita sociale e di relazione e, di conseguenza, lavorativa. (nel 90% delle risposte di uomini e donne), per stare bene con se stessi (80% donne e 82% uomini) e per stare bene con amiche e amici (79% per lei e 82% per lui). Inoltre, optano per il bisturi per diminuire i problemi sentimentali il 57% delle donne e il 51% degli uomini.

Mediamente l’italiano che si rivolge alla chirurgia della bellezza è sui 36 anni e ha maturato l’idea dopo averla rimuginata a lungo, cioè da quando ne aveva 23.

Come estrazione sociale è mediamente benestante (60% appartenente alla classe media), in possesso di laurea (30%) o diploma (44%), con un lavoro che lo soddisfa.

E il ritocco dove si fa? Le donne puntano sul decollete raggiungendo il 37% con la mastoplastica additiva, segue il rimodellamento dei fianchi con la liposuzione (14%) e dell’addome (14%). A parimerito le donne pensano a smussare il naso con la rinoplastica (14%) e a correggere imperfezioni del viso (14%). Fanalino di coda il ritocco dei glutei, per cui la torsoplastica è scelta dall’11%. I maschi si concentrano sul viso (25%) e il naso (23%). A seguire addome (15% di addominoplastica), fianchi (15%), pettorali (8% con la correzione della ginecomastia) e glutei (6%).

“Al lavoro bisogna essere belli, magri e giovani”. Probabilmente questa è la frase che – in estrema sintesi – indica il risultato della ricerca. Probabilmente non è giusto o addirittura è discriminante ma rappresenta una lettura fredda della società attuale ed in questo mondo sempre più competitivo deve essere tenuto in considerazione.


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